sabato 16 aprile 2011

Dialetto


Nel giorno e mezzo di vacanzina che ci siamo concessi sul lago di Garda, ho letto un altro libretto di Camilleri del commissario Montalbano. Tipica lettura di villeggiatura... ha aiutato a sentirsi in vacanza. La cosa che mi piace di più dei libri di Montalbano è, strano a dirsi per una lettura, il "suono" del dialetto siciliano nei dialoghi e nelle descrizioni. Nel caso di Camilleri, è un dialetto molto "addolcito" all'italiano, sono solo alcune parole, che perlopiù si ripetono permettendoti di imparare facilmente dal contesto il significato.

Ad ogni modo trovo molto spesso che l'uso del dialetto nei romanzi sia una "marcia in più" per lo scrittore (ovviamente se lo sa usare adeguatamente) per descrivere posti, sensazioni, stili e punti di vista.

A Camilleri quindi associo (a mio personale piacere, e superficialità...) alcuni scrittori che hanno inserito positivamente il dialetto nelle loro opere: innanzitutto, da parte di un veneto come me, non posso non iniziare da Luigi Meneghello. E Carlo Emilio Gadda con sul pasticciaccio di dialetti e parlate.

Se volete aggiungere qualche autore particolarmente degno di nota, accetto consigli e suggerimenti.

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