mercoledì 25 gennaio 2012

Alessandro D'Avenia - Bianca come il latte, rossa come il sangue

Leo, il protagonista del libro è un adolescente, tutto sommato, "positivo": scuola, motorino, calcio, amici, ragazze, dialogo e al tempo stesso chiusura coi genitori, errori e tentativi. L'esperienza della malattia e del dolore lo faranno cambiare, come spesso accade nei canovacci di questi "romanzi di formazione".

Il rischio di questo tipo di scrittura, sempre molto alto, è cadere nel baratro delle "frasi da diario": rischio accettato dall'autore, e direi nel complesso ben affrontato e superato grazie alla trama e a qualche personaggio ben sviluppato.

Lungi da me affermare che nei romanzi ci dev'essere sempre tutto e il contrario di tutto, tuttavia mi permetto di appuntare criticamente solo una cosa. Tra i sogni del seppur positivo Leo, non c'è respiro verso il "fuori" e non c'è apertura verso il sociale: l'impegno "politico", la tensione verso la giustizia sociale, l'utopia tutta adolescenziale del servizio verso "gli altri" al di fuori della cerchia dei conoscenti/amici... questo un pò, secondo il mio modestissimo parere, manca.

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